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IAA 2017, il futuro che verrà

Francoforte è una città viva, una città che ti lancia nel futuro. Nel pieno rispetto della sua storia e delle sue caratteristiche di città fluviale, non vi si è adagiata.

Quando passeggi tra le piazze della parte antica o ti immergi nel fluido traffico da città d'affari, non ti senti soffocare.

Non è la skyline della City a sorprenderti, ma il fervore che cogli ogni qual volta ti soffermi con lo sguardo su uno dei tanti cantieri aperti per far nascere nuovi spazi. E ti domandi, ancora carico del fardello italico legato all'ansia del domani incerto, "per chi sono questi spazi?, ma chi ci andrà?, ma ce n'è bisogno?".

Sì, il futuro, a Francoforte si vive ogni giorno, ad ogni angolo del tuo cammino. E le domande si stemperano, lo sguardo si alza e comprendi che le idee qui a Francoforte, le hanno chiare. Almeno quando guardi allo spazio urbano, ai sistemi di comunicazione integrata, al servizio di trasporti, rendendoti conto che la mobilità sostenibile è in evoluzione, ma è possibile.

All'IAA di Francoforte, in relazione alla mobilità tradizionale, quella con le auto, ci sono certezze.

Sì, ma un po' diverse.

Girando tra uno stand all'altro, di Marca in Marca, si percepisce visibilmente che l'unica certezza è quella dell'incertezza.

Sì, il futuro sarà elettrico. Lo proclamano tutti i produttori automobilistici. Ma, dove e come? Quanta energia pulita il mondo sarà in grado di produrre per soddisfare le esigenze di un un parco auto che sarà comunque in crescita e dovrà pure alimentarsi. E dove non ci sono le infrastrutture (dalle colonnine multi standard, alle strisce tecnologiche per la ricarica ad induzione) che sono già poche e in lento sviluppo a causa delle inerzie della politica, quali mezzi si useranno?

E quindi, come, in che modo e in quali tempi la produzione abbandonerà i motori tradizionali? Per migliorare le sorti del pianeta (ma è sufficiente il solo cambio della mobilità?), che rapporto ci dovrà essere tra i Paesi evoluti e quelli no per avere degli effetti positivi?

Tante domande a cui difficilmente si può dare risposta immediata.

Stiamo vivendo un ritorno al passato quando ai primi del 1900 si discuteva se aveva senso il motore termico o quello elettrico. Un "già visto" che ora sembra portare ad un 2050 con la mobilità che sarà esclusivamente elettrica, passando per le fasi dell'ibrido e l'abbandono del diesel.

Così sembra.

Così come si sta andando verso lo sviluppo di una guida autonoma che cambierà il nostro modo di vivere l'automobile e, di conseguenza, darà la possibilità di concepire gli spazi interni in relazione all'efficienza e alle esigenze individuali.

Ecco, in questo caso i fornitori delle Case automobilistiche, a Francoforte, le idee le avevano chiare.

Si stanno infatti muovendo per offrire soluzioni sempre più interessanti ed intriganti per rendere le auto normali sempre più "speciali". Dai sistemi di navigazione che dialogano tra utenti in movimento (a proposito, quanto bello sarebbe poter contare realmente su una visiera del casco per motociclisti che integri specchietto retrovisore e navigatore), alle ricariche con celle solari non più solo sul tetto ma anche sul cofano.

Un esempio per tutti, in quanto a visione e concretezza, è quello offerto agli attenti visitatori dell'IAA 2017 dalla Brose, azienda con grandissima competenza nella meccatronica e che lavora per tutto il mondo dell'automobile.

Nel filmato che ho postato qui a lato è incluso proprio il videoclip che l'azienda

presentava a loop nel proprio stand per illustrare la praticità del proprio concept di un futuro abitacolo. Chapeau!

E intanto, in attesa dei prossimi 30 anni, di cosa potremmo godere, a breve, come appassionati del mondo dell'automobile?

Sinceramente con il fatto che quasi tutte le Case utilizzano gli speciali dei vari quotidiani per divulgare le immagini di quanto poi presentano a Francoforte o che addirittura organizzino già i test un mese prima del salone, non ho colto il sapore e lo stupore della "worldpremiere". Rischierei quindi di fare l'elenco del già visto e non è nel mio stile.

Quindi vi segnalerò solo quello che, con la visione del giornalista turista e non del maniaco dell'auto, in un modo o nell'altro hanno colpito la mia curiosità.

Il benvenuto al salone è stato il più divertente: Greenpeace aveva organizzato il "fuori salone" con una bell'esposizione di arte moderna che doveva rappresentare la lotta all'inquinamento e un richiamo alla fine dell'era del petrolio.

La carcassa d'auto fumava vistosamente (non nella foto che ho pubblicato) e allora ho chiesto agli espositori che tipo di fumo fosse. All'inizio non lo sapevano, poi, candidamente, hanno risposto che era un fumo da discoteca... ghiaccio secco.

A voi sorridere, come è capitato a me...

Passiamo ora al "dentro salone". Rimanendo nell'ambito delle visioni possibili, il più bel concept è quello della BMW Z4: originale connubio tra passato e futuro. Per gli amanti delle Hypercar, certo, la Mercedes - AMG Project One è stata la stella assoluta. Ovvero, una meteora, visto che i 275 esemplari sono già stati assegnati.

Porsche ha presentato la versione Turbo della nuova Cayenne e una versione turismo della 911 GT3, senza alettone, con cambio manuale che mi lascia perplesso. Servirà a calmierare il prezzo folle della 911 R che in qualche modo ricorda?

In casa Volkswagen grande spolvero per il lancio della nuova Polo e colori forti per la T Roc, il primo crossover del brand. In Italia quest'ultimo, pochi giorni fa, è stato proposto ad una prenotazione online di 190 esemplari in serie limitata: sono bastate circa 100 ore, così dicono dall'ufficio stampa, per assegnarli. Niente male in vista della prevendita che inizierà ad ottobre.

Nuova anche la popolare SUV della Dacia, la Duster: concreta, anche colorata, ma pur sempre lontana dal piacermi. La Lexus NX 300 si presenta con dei ritocchi estetici soprattutto nel frontale che ora risulta però meno d'impatto, ma migliora decisamente (era ora, peccato per i clienti della precedente edizione) il sistema di navigazione.

Chi mi ha incuriosito di più? A parte la Borgward (a volte ritornano) con la sua Isabella, è la Thunder Power, che conta molti italiani nel proprio management e che sembra avere tutte le carte in regola per competere nel mondo della mobilità elettrica.

Mi fermo qui.

A proposito, a Francoforte non ci sono andato in aereo, ma in auto. Con una di quelle che ho in casa: la Toyota C-HR. La prova consumo? Eccola: 2045 km, 6,1 l/100 km la media.

Family test superato.

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